Marco Geronimi Stoll

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Ah, le buone scorie di una volta!

Sito denuclearizzato

Non dovremmo avere più rispetto per le vestigia del modernariato?
Questa tecnologia atomica è stata ideata quando si scriveva con le macchine da scrivere, quando ascoltavamo le musicassette, quando andavamo a scuola col Ciao!
Dai, che bello! non vi sentite ringiovanire? presto, mettiamo nel mangianastri un 45 giri di Bobby Solo!
Però adesso mi ricordo…: sul mio Ciao c’era un autoadesivo in tedesco contro il nucleare: ATOMKRAFT? NEIN DANKE.

Non lasciamo piangere i cugini
Il tedesco è difficile, meglio il francese. E per fortuna che noi italiani abbiamo un cuore così: quei poveri nuclearisti francesi erano così disperati, dovevano pur piazzare da qualche parte qualche centrale di Arevà che non vuole più nessuno.

Non provate compassione? le loro centrali cascano a pezzi perché stanno scadendo come gli yoghurt. Solo che se dimentico lo yoghurt nel frigo, al massimo fa un po’ di muffa, mentre loro continuano a fare incidenti; ma rifarle da zero costa troppo e, soprattutto, smantellare una centrale costa come farla.

Nei primi anni del nuovo secolo, mentre il barile raddoppiava, il prezzo dell’uranio è aumentato 11 volte.
Intanto vento e sole costano sempre meno e piacciono sempre di più.

I paesi europei che non hanno centrali o che stanno uscendo dal nucleare sono: Austria e Polonia (che non hanno avviato le loro centrali già costruite), Danimarca, Grecia, Norvegia e Irlanda (che hanno rinunciato alla loro costruzione), Germania, Belgio, Olanda, Spagna e Svezia.
L’unica controtendenza, la Finlandia ha cercato di farne una. Ora gli investitori davanti ai ritardi, ai sovraccosti e ai guai tecnici si stanno litigando tra giudici e avvocati per rimpallarsi i 3,2 miliardi previsti più i 1,7 miliardi imprevisti di buco per un impianto che doveva partire 3 anni fa, ancora non è partito e chissà se partirà mai.  Alla fine pagheranno i finlandesi in bolletta: come vedete l’Italia non è l’unica dove paga Pantalone. Però la Finlandia, a differenza dell’Italia, almeno non è sismica.

L’atomo di Kyoto? non ci crede più nessuno

L’uranio va escavato, estratto e arricchito: per un kg di combustibile finale (lo “yellowcake”) bisogna lavorare, trattare trasportare e isolare 10 tonnellate di minerale radioattivo. Così, alla fine  il chilowattora nucleare poduce circa lo stesso effetto serra di quello generato da una normale centrale a gas a ciclo combinato.

Il sogno dell’atomo di pace
Se davvero i francesi l’energia atomica l’abbiano scelta per motivi civili e non militari, qualcuno se lo chiedeva dai tempi di De Gaulle. Ma questa, se non abitate a Teheran, è una discussione ormai sorpassata: ad esempio, oggi a Mururoa non se lo chiede più nessuno.

La fine di quell’atollo è esattamente la stessa fine del nostro referendum sul nucleare (il referendum è di qualche anno più giovane della tecnologia che esso ha bocciato,  quindi – capite – non possiede quel fascino del vintage…).

Resta il fatto che il nucleare militare e civile sono legati quattro volte, oltre a questo peccato originale, altre tre.
La seconda è che in 60 anni l’uomo ha costruito 130 mila bombe nucleari. Quasi tutte sono state usate come combustibile atomico civile. Prima di tirare un sospiro di sollievo riflettete sul quel “quasi”, perché quel che resta basta e avanza per il botto.

La terza è il nucleare “civile”, benché lo chiamino così è molto militare;  Arevà è seriamente accusata di crimini umanitari in Niger, dove per l’estrazione dell’uranio, oltre ai terribili danni ambientali, c’è una guerra civile. E’ una delle tante guerre tra africani fomentate dagli europei per fottergli le riserve minerarie, ci sono le mine antiuomo anche nei villaggi.
Intanto Sarkò triangola l’Italia verso Gheddafi e rompe l’embargo sulle armi;  con una lauta vendita di armi a Tripoli (300 milioni) in cui l’Italia (Finmeccanica) si piglia il suo quartino di commessa perché fa il palo.
Sveglia, giornalisti! è vero che Finmeccanica non ha le tette, ma almeno parlatene un centesimo di quanto parlate della Carla Bruni.

La quarta è che invece di smaltire le scorie, è stato più divertente farne proiettili di uranio impoverito. E’ un modo creativo per smaltirle (invece di pagare per smaltirle le vendi) con indubbi vantaggi militari, uccidono quattro volte meglio: sono radioattivi, sono più penetranti perché nell’impatto i metalli si fondono all’istante, inquinano meglio il territorio, trasformano il metallo colpito in un aerosol di nanoparticelle fuse di pochissimi micron: così piccole ti entrano nei pori e negli alveoli polmonari e ti fanno venire tumori curiosi e innovativi, che aprono nuovi confini alla scienza (sindrome del Golfo)

La bontà fatta persona

Dove mai potevano trovare nel mondo un uomo così buono, altruista e capace di fare dei favori così preziosi a Sarkò e all’EDF? Indovinate un po’…
Gli è bastato cercare un paese dove comandano gli ottantenni, per trovare gente capace di pensare che il nucleare sia una modernità.
Così un po’ del nostro ricco PIL se ne andrà nelle tasche dei francesi e di qualche amico degli amici; a proposito, guardateli: aziende, banche e giornalisti, sono già tutti lì a scodinzolare sotto la tavola, a guaire sperando che caschi un boccone… che campioni di dignità!
Anche grazie a loro, l’atomo che non c’è porta via i soldi necessari per prendere il vento e il sole, che hanno un orrendo difetto, terribile, raccapricciante, sono gratis; quindi non fanno guadagnare le caste e non provocano dipendenza.

Dunque grazie, o amato nostro Premier, così l’Italia si pone ancora una volta all’avanguardia: esattamente tra l’Iran e la Corea del Nord.
Adesso siamo tutti più orgogliosi di essere italiani, vero?

Questo sito è denuclearizzato; denuclearizzate anche il vostro.

7 Comments

  1. Marco

    Ci sono già anch’io

  2. P@trizi@

    Vi segnalo questo link anch’esso su facebook che sembra più attivo:
    http://www.facebook.com/group.php?gid=53460723286

  3. Marco

    Grazie, questo sta crescendo a vista d’occhio!

  4. P@trizi@

    Dunque forse lei è in grado di chiarire l’arcano sul coinvolgimento di green network (la società a cui se ho ben capito 220 è stata accorpata quando l’hanno bloccata) e il nucleare: è vero quel che si dice che Green Network importa nucleare francese?

  5. Marco

    Credo che sia stato proprio uno dei problemi che hanno comportato l’interruzione delle attività di La220.
    Posso confermare che la 220 era assolutamente pulita e verde, perché c’erano dei contratti unilaterali con fonti idroelettriche (almeno così mi era stato assicurato e questo sono andato personalmente a ripetere in centinaia di conferenze). Credo che anche adesso l’energia che green network vende agli ex la220 sia a certificazione RECS, per ovvi vincoli contrattuali e per tutti gli occhi che hanno addosso; ritengo (opinione personale) che GN non faccia più alcun contratto verde anche perché non ci sono margini speculativi.
    Che altre aziende “sorelle” del medesimo Gruppo nel passato avessero importato nucleare, Zanardelli non ne faceva mistero, ma sembrava una cosa del passato. In luglio però è uscito questo articolo: (vedere a pag 91)
    http://webdoc.siemens.it/webdoc/A/CP-Portale/RassegnaStampa%5CLuglio%202008%5C03072008-3.pdf
    E’ uscito proprio mentre io ero in ferie. Green Network era proprio l’azienda con cui si prospettava una fusione, fusione che Zanardelli descriveva come necessaria per risolvere la mole burocratica e tecnica (dovuta all’improvviso e imprevisto successo commerciale di la220, che però nel frattempo veniva minimizzato come se le cose non andassero bene…). Evidentemente c’erano problemi grossi che si affacciavano, ma in Agosto tutti (io compreso) non ci siamo sintonizzati abbastanza sulla percezione del pericolo, che abbiamo realmente capito a inizio settembre.
    Ideologicamente, la posizione che Zanardelli mi riferiva sul nucleare, è quella di quasi tutti i broker: una distinzione (a mio avviso poco coerente) tra acquistare e costruire. A loro era sembrato normale acquistare i kwh nucleari che la Francia svende (le centrali atomiche di notte non si possono spegnere e l’energia deve essere comunque distribuita, quindi la danno all’estero a prezzi irrisori; la differenza di due prezzi del kwh è tale che si guadagnano soldi facili) mentre anche per loro è ridicolo investire oggi per fare nuove centrali atomiche, anche se la valutazione ha motivi meramente economici e non etici e ambientali.

  6. Marco

    FIRMATE
    firmate le petizioni su http://www.perilbenecomune.org e su http://www.oltreilnucleare.it. A presto

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