Marco Geronimi Stoll

pubblicitario disertore

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La Lucia Stove di Nat Mulcahy

PRECISAZIONE

Questo articolo è del giugno 2009. Dopo la sua pubblicazione molti sono stati incoraggiati a comprare (o a tentare di comprare) il prototipo.
Io non ho nessun interesse commerciale nella faccenda, la mia è stata solo una entusiasta e forse ingenua risposta a quella che mi sembrava un’invenzione che credevo potesse cambiare il mondo; errore che ho commesso in compagnia di scienziati e docenti universitari di gran rispettabilità e serio rigore intellettuale.

In giugno 09 mi ero proposto a Nat per collaborare, praticamente gratis, alla promozione e ne avevo ricevuto una risposta piuttosto sgarbata ed inspiegabile. Poi, mentre non si capiva cosa stesse succedendo a quell’idea così promettente, ho cominciato a ricevere – e ricevo ancor oggi dopo quasi un anno –  varie lettere che protestano con me per acquisti pagati e mai spediti, come se io c’entrassi qualcosa con la sua rete commerciale.
E’ una situazione molto imbarazzante, anche perché gli accessi a questo articolo sono ancora di decine al giorno, probabilmente più del suo stesso sito.
Detto questo,  lascio pubblicato l’articolo e le lettere (non nascondo nulla). Ma condivido con voi il grande punto interrogativo che ho nella testa.

Tre pietre con un fuoco sotto la pentola.
Questa è l’unica sorgente energetica per 1.600.000.000 di persone (sì, avete letto bene, un miliardo e seicento milioni). Nel mondo,  il fumo che ne esce è la quarta causa di morte (la seconda per le donne), quindi più letale di AIDS, malaria, cancro… E’ anche una delle principali cause di desertificazione; inoltre la ricerca della legna dimezza il tempo a disposizione, specie per le donne e  i ragazzini, sottraendolo alle tre cose più importanti per il riscatto di un povero: agricoltura, studio e artigianato.
Che emozione vedere l’invenzione di Nathaniel Mulcahy, ieri, sabato 13 giugno 2009, al convegno di Energo Club a Treviso.

Il meccanismo è cosi semplice da lasciare basiti
Avevo già scoperto la sua Lucia Stove (la pentola di Lucia, dedicata alla cagnetta che gli ha salvato la vita) grazie al Sole24ore in questo articolo . Guardatevi i film cui linka l’articolo, sono chiarissimi.
Invece di bruciare la biomassa la si pirolizza (cioè la si scalda senza ossigeno finchè i legami chimici non si sciolgono liberando l’idrogeno ed altri gas) e si brucia il gas che ne esce.
Così mentre il classico focolare rende il 7 – 9 %, la resa è della Lucia Stove è del 93%.

Il bello è che il carbonio resta sequestrato in una specie di carbonella (il biochar) che distribuita nei campi innesca meccanismi virtuosissimi (trattiene l’umidità, aumenta la flora batterica, impedisce la dilavazione dei nutrienti da parte della pioggia…).  Lo ha spiegato l’ottimo prof. Franco Miglietta, ricercatore dell’Ibimet del CNR, che ne ha parlato dettagliatamente spiegando tra l’altro che il biochar non è una nuova invenzione, era già praticato in Sudamerica  in era precolombiana.
«Fino a un secolo fa – racconta Franco Miglietta– i suoli agrari italiani contenevano 130 tonnellate di carbonio per ettaro, oggi quasi la metà. Basterebbero 700 chili di biochar all’anno, per ripristinare la loro fertilità e immagazzinare l’anidride carbonica che le piante hanno preso dall’atmosfera per crescere»
(nella foto mentre viene intervistato da Sara Capuzzo)

La pirolisi tascabile
La genialata dell’invenzione è che la pirolisi, di solito, deve avvenire in un contenitore rigorosamente isolato in cui si mette azoto: non ci deve restare neanche un po’  di ossigeno, così il combustibile resta senza comburente. E’ un processo costoso e tecnologicamente complesso.
Invece qui ci sono solo due tubi di alluminio alti una spanna, uno dentro l’altro (sembrano tubi della stufa). Il sopra è semplicemente aperto.
Com’è possibile?
Ora la spiego semplice, chi vuole la spiegazione rigorosa la trova nei link.
E’ la fiamma stessa che fa da tappo.  Infatti l’idrogeno estratto passa attraverso dei particolari ” buchini”. Quando brucia sembra un normale fornello del gas di casa, di quelli più grossi ad anello coi buchini verso l’interno.  Solo che i “buchini” sono tagliati con delle particolarissime forme e proporzioni in modo di far girare la fiamma in una spirale a vortice (con le proporzioni di Fibonacci) che fa da “tappo” e impedisce all’ossigeno di andare nel combustibile.
Il combustibile può essere praticamente qualsiasi biomassa: foglie, legnetti, gusci, avanzi agricoli, pellet, cacca di pollo o quello che volete…
Non è un complesso macchinario per pirolisi dai costi milionari, come sarebbe stato normale fin’ora, ma un gingillo di alluminio riciclato da trenta dollari.

Mulcahy e Padovan Treviso 2009

Mulcahy e Padovan Treviso 2009

Esempio: nel Darfour
Nel Darfour si spendono 2 dollari al giorno per comprare la legna e solo 0,05 dollari per comprare il cibo. Con la Lucia Stove per la stessa resa energetica bastano 20 cent di legna. Con la differenza di un dollaro e ottanta, da quelle parti, ci mandi tre bambini a scuola. La carbonella che esce rende il terreno desertico più ammendato, ricco di microorganismi ed idrofilo, quindi naturalmente fertile.

Questa semplicità del tutto è la cosa più stupefacente, e in particolare che si inverte la questione chiave della nostra epoca: abbiamo un rifiuto che è una risorsa da subito, e pure preziosissima, e abbiamo il sequestro del carbonio vero e diretto, senza certe diavolerie pseudotecnologiche e sospette che vengono spacciate ai giornalisti dai lobbisti per legittimare inceneritori e centrali a carbone.

Sta cambiando il tempo
Qualcosa dentro a quel fiammante barattolo cambia il senso del tempo che improvvisamente non è più quello di termodinamico di Newton e della modernità; leggiamoci Progogine, Varela, Morowitz e chiediamoci cosa succede in quella fiamma, che in qualche maniera si autoorganizza come i processi viventi e inverte l’entropia fatale del mondo destinato a surriscaldarsi.
Somiglia, molto, ai tempi biologici: il carbonio, sequestrato da queste pentoline da trenta dollari e interrato nei campi, invece di andare in atmosfera a fare serra, se ne starà tranquillo imprigionato nel terreno a fare del bene a batteri, bacherozzi, funghetti e radicine, per migliaia di anni.

Le invenzioni semplici
Ci sono invenzioni semplici (il fuoco, la ruota, la barca, l’agricoltura) che con una scintilla di idea risolvono difficoltà enormi cui l’umanità precedente per millenni aveva combattuto e sofferto.
In un papiro egiziano è scritto “la forza delle braccia di cento rematori nubiani è inferiore a quella del mignolo di colei che inventò la vela” . Appunto, si inventa la zattera e dopo qualche secolo si inventa la vela; si inventa la ruota e dopo qualche millennio si inventa la bicicletta.
Ecco: questa invenzione sta alla scoperta del fuoco quanto la bicicletta sta all’invenzione della ruota.

L’ennesima promessa miracolosa?
Di scoperte tecnologico-energetiche che promettevano miracoli ne abbiamo viste tante, che sembravano risolutive e poi non ce l’hanno fatta: o sono state boicottate dalle multinazionali, o si sono estinte davanti alle difficoltà tecniche, o l’inventore geniale non era necessariamente un buon politico e un buon progettista industriale, … 99 muoiono lungo la strada ma sappiamo tutti che, con questo attuale fervore di ricerca e di creatività, la centesima prima o poi arriva.
Eccoci: sta a vedere che questa è la volta buona.

l'acqua bolle in 30 secondi

Con pochissimo pellet bolle in mezzo minuto

41 Comments

  1. Anna73

    Bello, ma non temi di fidarti troppo della tecnologia, che la soluzione dev’essere soprattutto culturale e di coscienza?

  2. Marco

    A questi livelli l’invenzione “tecnica” è MOLTO culturale e MOLTO legata alla coscienza, alla responsabilità. Mi spiego.
    Stamattina ho visitato Nat nel suo laboratorio (che è qui in Italia, a Tortona) e sono stato molto colpito dall’approccio artigianale, meticoloso e un po’ bricoleur. E’ stupefacente che il mondo lo si riesca a cambiare passando da questo approccio ingegnoso e autonomo, molto più che dai centri di ricerca milionari delle multinazionali, coi loro macchinari cromati e i loro cottimisti in camice bianco.
    Nessuno col camice bianco si offenda, però penso che la coltivazione delle idee somigli alla coltivazione delle piante, cioè che l'”agricoltura industriale” faccia crescere idee più insipide, contaminate e innaturali. Una creatività manuale e sfidata dai problemi genera pensieri diversi e qualche volta geniali.

  3. Anna73

    Io parlavo in generale, della popolazione sprecona. Ti sei innamorato dello scienziato romantico che ha il colpo di genio perchè è baciato da Dio?

  4. Marco

    Francamente, sì.
    … e se capita a un disilluso come me, forse significa che è ancora possibile.
    Anzi, forse significa che è di nuovo possibile.

  5. Maria Cosentino

    Da molti anni penso che l’umanità possieda già le competenze che le servono per vivere al meglio nella sua totalità…ma sembra che i più facciano ancora le scelte sbagliate…
    E’ noto come l’ignoranza sia stata abilmente utilizzata dal potere in passato e adesso è la gestione dell’informazione ad ottenere lo stesso risultato in modo lievemente più sofisticato.
    Di certo c’è un problema di consapevolezza, un gap che continua a fare la differenza nella capacità di scegliere nel modo giusto dei singoli.
    Ma sembra che le informazioni importanti, quelle che potrebbero modificare le scelte, scorrano ancora per rivoli nascosti nella boscaglia, impervia e inaccessibile ai più.
    Se una nuova comunicazione non può cambiare l’essere può però diffondere conoscenza, e l’essere e la conoscenza creano consapevolezza.
    Solleviamo i megafoni e rendiamola potente questa nuova comunicazione. C’è molta gente che cerca delle risposte migliori, facciamo in modo che faccia meno fatica a trovarle.

  6. Luigi P.

    anch’io penso che questa sia la volta buona. Ma sono convinto che nelle FER non ci sarà una unica killer application, ritengo che si avranno molte soluzioni in parallelo.

  7. Marco

    Saluto Maria. D’accordo su tutto, ma credo che la comunicazione possa cambiare l’essere, eccome. Ogni scambio di informazioni cambia il comunicante. Dunque più che megafoni e comunicazione potente, direi forse piuttosto comunicazione distribuita e fertile.
    Nat Mulcahy in questo mi sembra un maestro, non sta facendo assolutamente niente di spettacolare o convenzionale per diffondere la sua idea, eppure essa viaggia da sola senza sforzo grazie alla sua forza intrinseca e all’entusiasmo di chi ne è contagiato. Anche questo mi sembra rivoluzionario, quanto la sua idea tecnica.

  8. Salve,Sabato 13 a Treviso c’ero anch’io, ed è stato veramente entusiasmante. Sono un falegname, appassionato a tutto ciò che prende una direzione più sostenibile del sistema attuale di cui sono francamente nauseato. Alla conferenza non conoscevo nessuno, ma ho avuto l’impressione che il pubblico fosse composto da persone che potevano utilizzare direttamente la tecnologia che veniva presentata. Molti infatti ponevano interrogativi specifici e mirati ai quali Nat Mulchay rispondeva brillantemente con un’entusiasmo contaggioso. Potrebbe essere che quella di presentare la propria scoperta ai possibili diretti utilizzatori sia una strategia voluta. Comunque sia credo che questa maniera di diffondere le informazioni sia geniale, credibile, e specialmente, riduce la possibilità che qulcuno riesca a nasconderla.

    P.S. Da qualche parte mi sembra d’aver letto che Nat Mulchay è l’inventore dell’auto ad aria compressa: sapete se è vero? si tratta forse della Eolo?

  9. Marco

    Nat e l’aria compressa? appena torna dall’Africa glielo chiedo, ma credo che tu ti stia confondendo con Guy Negre. Quella è una vicenda assai diversa.

  10. Eh si! credo di aver fatto un po di confusione.
    Grazie.

  11. Bellissima invenzione noi stiamo provando a promuoverne la conoscenza nel mercato (il “noi” sta per associazione nazionale produttori/costruttori di stufe/caminetti ecc. Speriamo bene!

  12. Nazario

    Salve a tutti
    Io purtroppo non ero aconoscenza dell’evento di Treviso, mi avrebe fatto molto piacere esserci
    e siccome avrei bisogno di contattare il Sig. Nat. Mulcahy per sapere se è disponibile ad una collaborazione: per caso qualcuno di voi può darmi qualche dritta per contattarlo
    Ringraziando anticipatamente per la vostra cortesia un saluto da
    Nazario “societa’ agricola nuove energie”
    mia Mail covercenter@alice.it

  13. Marco

    Dunque: è difficile contattare Nat anche per me, è un giramondo e inoltre non ha una mentalità burocratica, il che sarebbe un pregio se non ricevesse migliaia di mail ogni giorno. Comunque sul sito di worldstove ci sono dei recapiti che sono esattamente gli stessi che abbiamo noi. Visto che scrivi a nome di una società agricola, se ti interessa la parte biochar e le sperimentazioni su questo argomento, puoi contattare il prof Franco Miglietta al CNR f.miglietta@ibimet.cnr.it
    Infatti ritengo che anche tu pensi come me che testare e verificare bene i vantaggi del biochart in campo coltivato può sembrare a molti meno importante dell’aspetto energetico, ma è una visione sbagliata, dettata dall’urgenza del tema energetico: invece è altrettanto importante se pensiamo alla visione globale del processo completo.

  14. Nazario

    Bene: siamo dunque d’accordo che il biochart possa essere molto importante per il futuro dei nostri terreni ma è altresì vero che questo deve essere considerato un sottoprodotto di una atività che deve reggersi economicamente in piedi da sola quindi un pò come le deiezioni animali che vengono si utilizzate per concimare i terreni ma devono avere costo zero per essere competeitivi con tutte quelle diavolerie chimiche che gli agronomi ci propinano:( tipo la pandemia che imperversa che pur non essendo un vero pericolo lo fanno sembrare tale al fine di spillare dei soldi ai governi per poter arricchire le grandi multinazionali del farmaco)
    per noi il vero bisnes sta nel portare la “lucia stov” su dimmensioni molto più grandi, poi prendere i cascami agricoli e perchè no anche la pollina (deizione dei polli)farli bruciare per generare energia che permetterà di rendere economico e redditizio il processo e poi ridistribuire il biochart ottenuto sui territori limitrofi che sono anche quelli da cui provengono i cascami agricoli generando così un circolo virtuoso a impatto ambientale zero anzi eviteremo pure agli agricoltori di dover distribuire nei campi diezioni maleodoranti che spesso determinano diatribe quando le campagne si trovano a ridosso di abitazioni
    Comunque io ti ringrazio per il contatto che sicuramente interpellerò per un parere

  15. andrea g.

    Sono uno di quelli che ha fatto un sacco di esperimenti in merito ad energie alternative, ma sono felice che almeno lui ce l’abbia fatta. Per me Luicia sarà una rivoluzione. Se riusciranno a riprodurre il processo a mode stufa a pellet si potrà ridurre ulteriormente l’inquinamento.
    Comunque non facciamoci troppe illusioni, noi che siamo arrivati a leggere questo siamo una minima parte della popolazione, agli altri non interessa un fico secco delle questioni energetiche e di inquinamento, oppure sono interessati ma non muovono un dito della loro mano.
    Io ho preso una buona strada (solo caldaia a legna, pannelli fotovoltaici, casa ben isolata) ma so che il cammino è ancora lungo.

  16. Giovanni

    Ho ordinato dal sito “worldstove” uno dei prodotti basati su questa tecnologia. Non ho ricevuto niente, da diverse settimane non ho più notizie e le mie mail non hanno nessuna risposta. Qualcuno mi può aiutare?

    Ringrazio e invio un cordiale saluto

  17. Marco

    E’ successo anche ad altri.
    Non vedo più Nat da diversi mesi e non so giudicare cosa stia succedendo. A volte si comporta come se volesse deludere i suoi fans, e questo comportamento fa sorgere molte domande in testa, forse troppe.
    Se ricevo notizie le metto qui.
    Se qualcuno ne ha, per favore le metta qui.
    Grazie

  18. Giovanni Soardi

    Purtroppo le migliori intenzioni …. poi deludono.

    Circa 1 mese fa ho provveduto ad ordinare (e a pagare) il prodotto e non mi è ancora arrivato.

    Ai solleciti non hanno dato risposta …..

    ….. speriamo che non sia il solito bidone.

    PS Intanto per Natale dovrò fare altri regali !!!!

  19. Giovanni

    Il 5 gennaio è arrivata!!!! Sono veramente contento e mi sono reso conto che a volte basta un pizzico di pazienza in +… Saluti a tutti

  20. Marco

    Grazie di averci tenuto informati.
    Buon 2010 a tutti

  21. Sauro

    Carissimo Giovanni Soardi ho letto che hai ordinato un prodotto dal sito worldstove.Sarei curioso di sapere se si tratta di una stufa con il sistema stove e se i risultati sono soddisfacenti.
    Grazie

  22. giuseppe piaz.

    potrei avere via mail il procedimento per costruire da solo una lucia stove, mi piace tanto. grazie

  23. Marco

    Rispondo a Giuseppe e anche ad altri che chiedono a me preventivi e dati commerciali: non dovete chiedere queste cose a me, che non c’entro niente con gli aspetti commerciali e industriali.
    Provate sul sito di Mulcahy http://worldstove.com/

  24. Antonio Ciccone

    Sono interessato ad approfondire la conoscenza di questa rappresentazione. Grazie

  25. ilario Fantuzzi

    Bello, affascinante. Peccato però ….
    Ho ordinato, e pagato 105 euro, la Lucia Stove il 15 novembre 2009. Da allora non ho visto la Lucia Stove e non ho avuto nessuna risposta alle mie mail.
    Che delusione!

  26. Marco Fantuzzi

    Salve! io ho ordinato e pagato una pupstove dal sito, il 15-11-2009, ero molto appassionato all’idea e mi piaceva un sacco, anche pensando di stare aiutando dando fondi per i suoi vari progetti. Da quel giorno ad oggi però è passato parecchio tempo! non una risposta ne niente, in tutte le salse ho provato, anche in toni un pò più rigidi dopo 3-4 mesi, ma niente. Qualcuno sa consigliarmi? vado anche a tortona (da conegliano(treviso) dove abito) pur di averla! anche se non è un comportamento che mi sarei aspettato visti i presupposti, sono ancora speranzoso! se qualcuno può rispondermi sono infinitamente grato

    • Perchè non ve la fate da soli ,sul mio canale ci sono istruzioni e video ,e mando i disegni , quasi tutte con oggetti riciclati , sono molto meglio della “Lucia ” dove nessuno si è mai preso la briga di verificare se le affermazioni che fa sono giuste e io avendole verificate ho trovato che le più importanti sono false , forse è per questo che si defila,saluti

  27. Franco

    Non riesco a contattare la worldstove.com, ne dal sito ne dalle mail indicate, ennesima bufala?

  28. Pasquale

    Salve! Sapete che vi dico? Ne costruisco una e la uso per aggiungere qualcosa in modo che possa avere un’alimentazione continua a pellet.
    Tra qualche mese vi saprò dire. Adesso non ho molto tempo libero.
    Cordialità a tutti.
    PS: mio figlio dice che c’è pericolo di produzione di clorati. E’ vero?

  29. Nazario

    Salve sig. Pasquale se vuole gliela dò io gia pronta
    Lei deve solo fare la modifica per l’alimentazione del pellet saluti Nazario
    covercenter@alice.it

  30. walter

    Salve,
    sono un ingegnere meccanico, ho già progettato alcuni modelli di stufe a pellet e legna.
    mi piacerebbe provare ad utilizzare la lucia stove per sostituire il crogiolo tradizionale e verificare l’effettiva possibilità di immettere direttamente in ambiente i fumi derivanti dalla combustione.
    Ho capito che non è semplice trovare una di queste piccole stufe…
    Cerco qualcuno che me la lasci studiare per qualche ora, mi basta fare dei semplici rilevamenti e poi la faccio replicare con delle macchine cnc.
    Aspetto mail.

    walter80@hotmail.it

    Grazie.

  31. gianca

    mi ricordo che Flemming non indugiò un secondo ad immettere sul mercato la peniccelina una volta che la scopri.cosa aspettiamo ad avere sta lucia stove in funzione per 1.600.000.000 di persone?
    grazie
    giancarloquadri@libero.it

  32. Mattia

    Ciao sono Mattia. In questi ultimi mesi mi sto occupando di un progetto di cooperazione allo sviluppo nel settore agricolo in un villaggio sperduto tra le colline Ugandesi. L’obiettivo del progetto “fornire conoscenze e competenze alla comunità locale per migliorare il proprio stile di vita avendo una particolare attenzione all’ambiente” o detto al altre parole Sviluppo Sostenibile. La parte interessante di questo progetto è che stiamo introducendo tanti piccoli apperecchi e attrezzature autocostruite e a basso costo che se applicate e diffuse su vasta scala potrebbero rivoluzionare la vita di molti africani. Tra i diversi progetti in fase di realizzaione c’è quello del forno solare, della pompa idraulica a testa d’ariete e ultimiamente ho scoperto anche la Lucia stove. Qualcuno sa dirmi come è possibile costruirla e magari se esistono già degli schemi di assemblaggio. grazie a tutti

  33. Alba

    Sto rifacendo in auto-costruzione, con materiali locali, la baita di mio nono in montagna e sarei interessata ad installare un forno in questo processo. Possiamo acquistare una a l’unità e qual è il costo ? Ci sono già stufe venduti con questo processo ? Sempliciamente magnifico !!! Bravo !
    Grazie per la vostra risposta
    Alba
    Swizzera

  34. Marco

    Alba, sorry: we are not seller

  35. Ho letto ed ho capito che c’è molta delusione su questo progetto della stufa Lucia, mi confermate questa sensazione e mi aggiornate, se ci sono motivi di aggiornamento, sulllo stato delle cose e le aspettative che aveva generato questa stufa.
    Grazie

  36. Nazario

    In effetti io che avevo fatto una dupplicazione della lucia stove quando ho messo su youtube tutti i particolari di come l’avevo realizzata sono stato severamente redarguito dal titolare della Lucia stove ed ho dovuto subito togliere il filmato per evitare querele
    Quindi qui non so cosa ci sia di free per i poveri

  37. Marco

    Le buone idee sono di tutti, sono quelle cattive che hanno dei padroni.
    Infatti, questa americanata ottusa della proprietà intellettuale, guardate cosa combina: che l’invenzione viene nascosta, sequestrata.
    Come se fosse solo proprietà dell’inventore e non anche del flusso di competenze, opportunità, casualità e contesti sociali di cui l’inventore fa parte. E’ un concetto integrante dell’imperialismo delle multinazionali(colonialista e fascistoide) ed è una delle cause principali della miseria nel terzo mondo; se vuole davvero aiutare i poveri della Terra la metta su Creative Commons: paghiamo forse le royalty sul fuoco, o sulla ruota, o sulla scrittura?
    A prescindere, c’è anche una scarsa consistenza legale delle minacce: votrei vederlo, io, un avvocato che riesce a difendere la supposta originalità del brevetto di Nat, che già c’era in diverse civiltà.
    Poi: tu Naziario sei stato onesto (qualcun altro direbbe ingenuo): bastava darsi un’identità farlocca e metterlo su youtube così.
    La vera questione è sapere se in atmosfera la pirolisi rilascia qualcosa di spiacevole per la salute (diossine, nanoparticolato o chissà cosa…)
    Morale: se la scoperta di Nat è vera, funziona davvero e non rilascia cose nocive in atmosfera, allora la produca oppure la lasci libera; altrimenti è moralmente giusto, anzi doveroso, copiarla e diffonderla.
    In generale la proprietà dei beni intellettuali è un furto, la legislazione dev’essere modificata.

    Una nota: questo articolo è del 2009, son passati tre anni ed è ancora uno dei più letti nel mio blog. Ci sarà un motivo, no?

  38. Giovanni Righetti

    Salve, anch’io ho più volte contattare worldstove, ma nessuna risposta, qualcuno è riuscito ad avere qualche risposta ? Poi, sapete se è disponibile da fornitori/produttori più seri di worldstove stufe o caldaie a gassificazione/pirolisi. Grazie serenita e gioia Giovanni

  39. rosaria

    salve, anch’io sono molto colpita da questa invenzione…ho autocostruito una piccola lucia stove basandomi sulle istruzioni che si trovano sul sito worldstove, avrei voluto anch’io poterla comprare nella versione + efficiente venduta sul sito ma attualmente è tutto fermo. Resta un grosso dubbio: può essere usata per scaldare un ambiente? occorre canna fumaria? le stufe a gas con bombola (credo gpl) non ne hanno…sarebbe un aiuto in tempi crisi economica, tra l’altro abito in campagna e di biomassa a costo zero ce n’è quanta ne voglio. grazie a chi vorrà rispondermi.

  40. DUCCIO PAOLETTI

    Nel ripensare al le vecchie bufale in cui sono cascato anche io sono capitato su questa simpatica pagina . In fondo siamo un po’ tutti in attesa di idee artigianali geniali e un tizio diciamo “eccentrico” ci ha fatto sognare accendendo il fuoco in un’aula magna universitaria. P er poi scoprire che …ho dovuto iseguirlo per mesi andando fino a Tortona da Firenze per riavere i miei soldi.

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