Marco Geronimi Stoll

pubblicitario disertore

ferri del mestiere, i più letti, Smarketing

Carta, il Sana e il bio sfigato

Che onore, l’articolone su di me di  Gianluca  Carmosino su Carta di questa settimana! (download Carta 25 sett, da pag 36 a pag 41).

Mi ci voleva, per due motivi.
Uno,  perché finalmente qualcuno scrive su una testata “di movimento” qualcosa su La 220 parlandone dal lato comunicazione. Due, perché ero reduce da un dibattito al Sana sulla pubblicità nel bio in cui ero tra il pubblico, e c’erano anche diversi miei clienti, con cui applico proprio le idee descritte da Carmosino.

Il bio sfigato e quello figone
C’erano giornalisti e pubblicitari di grido convenuti a dire ai coltivatori bio frasi come queste che cito testualmente:
non dovete aver più paura di confrontarvi col mass-market“,
basta con questa immagine del biologico sfigata e chiusa in sé stessa” ,
I produttori del biologico vogliono restare una nicchia, amano questa dimensione. Ma non si può fare comunicazione vincente se non si è convinti di uscirne”.
C’era anche Giampaolo Fabris a ripetere che “There is always a hole in the market but not a market in the hole”. Dove il buco siamo noi e, scusi professore, non è carino.
Ero allibito, sembrava di sentire parlare tutti come un’anno e mezzo fa!  il mondo è cambiato e non se ne sono accorti?  proprio loro?  davanti a loro c’era:

metà del pubblico composto da contadini che fanno fatica a vendere merce bio

– l‘altra metà composto da consumatori urbani che fanno fatica a trovare la merce bio, e se la trovano devono pagarla un occhio.

Ciascuno era la soluzione al problema dell’altro; e invece loro che avevano il microfono, proprio loro che fanno i comunicatori, continuavano a descrivere sovrastrutture che allungano la filiera e rincarano i prodotti, e magari a far vedere spot col marchietto RAI o di Canale 5.

Io rispondo quattro piccole ovvietà
Forse sono ingenuo, forse sono presuntuoso, ma io penso queste quattro cosette che a me sembrano fin troppo semplici ed ovvie

1. Accorciare la filiera
una mission etica del comunicatore è, semplicemente, accorciare la filiera; la decrescita passa molto dalla riduzione delle intermediazioni e, ci scommetto,  internet farà agli ipermercati quello che essi hanno fatto ai negozietti

2. oggi il target è chi vende

desiderio del consumatore è trovare; quello del produttore è essere cercato dunque adesso è lui il target: il processo si capovolge al 99% . Il restante 1% somiglia al marketing tradizionale, ma solo perché devi pur dire che esisti, che valori hai e dove ti si trova. Siccome su quell’1% ti giochi tutti i contatti che hai, devi dirlo molto bene, e questo è il nostro lavoro;

3. Sfigati sarete voi

così, il produttore non è “sfigato”, anzi è fichissimo; ma non è d’élite, anzi è popolare perché tagliando la filiera, il biologico costa come l’agroindustriale del supermarket.

4. siamo tutti nicchie

Certo, se andate al centro commerciale il sabato avrete la sgradevole sensazione che siamo tutti massmarket, ma è sempre meno vero. Proprio su questo la crisi economica ha, tra tanti aspetti brutti, anche un lato salvifico.

MORALE:

nel “buco” il mercato c’è eccome ma, grazie a dio, si organizza da solo.

7 Comments

  1. Caterina

    Bravo, io c’ero e gli unici interventi per cui valeva la pena di esserci sono stati il tuo e quello del contadino maremmano incazzato.

  2. Marco

    beh, aggiungerei sicuramente gli amici di Rai3 sotto censura, ai quali, nonostante il contesto, esprimo tutta la solidarietà.
    Tutti il 3 a Roma alla manifestazione per la libertà di stampa!
    Comunque grazie dei complimenti, fanno piacere

  3. Ivan c8

    Mi congratulo per l’articolo su Carta del quale condivido tutto; tuttavia non ho capito il riferimento relativamente al fotovoltaico e al ricavo di 20.000 euro; se si riferisce a “coltivare i tetti” un simile guadagno in poche settimane non mi sembra meriti il vanto come “etico”

  4. Marco

    20.000 euro in 6 settimane? Magari.
    In realtà credo di essermi spiegato male nell’intervista, e ringrazio dell’occasione per spiegarmi. Intendevo dire che circa 45 clienti hanno chiesto un sistema fotovoltaico con un prezzo tra i 15 e i 25 mila euro, con un costo in pubblicità di 1000 euro. Significa che su un acquisto medio di 20.000 euro, la pubblicità sul singolo cliente ha inciso solo di circa 20 euro, cioè lo 0,1% Se teniamo questa media (speriamo), questo sì, mi sembra etico.

  5. Mirco e Ivana

    Carta in provincia non si trova!!! perchè non lo mette sul sito?
    Grazie

  6. Marco

    E’ la classica rivista a cui conviene abbonarsi, specie se si abita in luoghi decentrati; comunque l’ho detto, fra una settimana, quando esce il prossimo numero, se non lo pubblicano direttamente sul sito di Carta, lo metto io qui sul mio blog.

  7. Marco

    Ecco, l’ho messo sul sito.
    Buona lettura

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