Chiamiamo questi anni ‘l’era della comunicazione’, ma non c’è affatto una consapevolezza circa l’importanza della comunicazione, la si confonde col marketing, ognuno crede di essere quello che mostra di essere, è tutta finzione, cosmesi, fake…
Questo porta a decisioni assurde: scelte concrete che si basano sul nulla del maquillage e dei bluff… Questo purtroppo vale non solo per la grande impresa speculativa, poco civile, poco sociale, poco ambientale… ma spesso anche per i pesci piccoli che vogliono fare cose alternative. 
Occorre cambiare radicalmente la sincerità della comunicazione. L’etica non è un abbellimento, un postulato. È l’unico modo per vedere le cose come sono davvero”.

Un’intervista di Emanuela Romito, qui